Le regolarità dei solidi platonici sono straordinariamente suggestive: questo ha fatto sì che venissero ampiamente studiati fin dall’antichità, spesso cercando in essi significati nascosti e attribuendo loro valori esoterici.
Essi furono oggetto di studio di Pitagora e Platone. Quest’ultimo, nel Timeo, associò a ognuno di essi un elemento: al tetraedro il fuoco, al cubo la terra, all’ottaedro l’aria, all’icosaedro l’acqua, mentre nel Fedone ritenne che il dodecaedro fosse la forma dell’universo:
«La vera terra a chi la guardi dall’alto presenta la figura di quelle palle di cuoio a dodici spicchi, variegata, distinta a colori»
I poliedri regolari furono poi studiati dai geometri greco-alessandrini. Le costruzioni di questi solidi sono contenute nel Libro XIII degli Elementi di Euclide. La proposizione 13 descrive la costruzione del tetraedro regolare, la proposizione 14 è dedicata all’ottaedro regolare, la proposizione 15 al cubo, la proposizione 16 all’icosaedro regolare e la proposizione 17 al dodecaedro regolare.
L’interesse per i solidi platonici fu vivo anche tra matematici e artisti rinascimentali: ne studiarono le proprietà metriche Piero della Francesca (nel trattato De corporibus regularibus), Luca Pacioli (che li inserì nel suo De Divina Proportione) e successivamente Niccolò Tartaglia e Rafael Bombelli.
Pure Keplero, nella sua opera Mysterium cosmographicum, riprese, in termini diversi, l’indagine di Platone attorno al senso dei poliedri regolari nella struttura del mondo: sostenne, infatti, che i poliedri platonici fossero strettamente connessi alle armoniose proporzioni che lo caratterizzano.
«La Terra è la sfera che misura tutte le altre. Circoscrivi ad essa un dodecaedro: la sfera che lo comprende sarà Marte [nel senso che contiene l’orbita, che allora ancora riteneva circolare, del suo moto attorno al sole]. Circoscrivi a Marte un tetraedro: la sfera che lo comprende sarà Giove. Circoscrivi a Giove un cubo: la sfera che lo comprende sarà Saturno. Ora inscrivi alla Terra un icosaedro: la sfera inscritta ad essa sarà Venere. Inscrivi a Venere un ottaedro: la sfera inscritta ad essa sarà Mercurio. Hai la ragione del numero dei pianeti»
Anche l’arte presenta numerosi rinvii ai solidi platonici: tra gli esempi più celebri, vi sono Salvador Dalí (che ne fece uso in Corpus Hypercubus e nella sua Ultima Cena, ambientata proprio in un dodecaedro) e Maurits Cornelis Escher, che ne sfruttò le proprietà geometriche per eseguire alcune delle sue tassellature.
I poliedri regolari non possono essere più di cinque. Ed io ho scelto di creare delle lampade basandomi su due di essi il tetraedro regolare ed il cubo regolare, nascono così TETRAEDRO e QBO.
Sono lampade eteree, poiché sono costruite partendo dal filo continuo di ferro con sezione 3.3 mm, un filo robusto, ma leggero. La struttura che ottengo, tagliando, piegando e saldando a mano le sezioni di filo risulta impattante, ma senza appesantire. Un design minimale e lineare, geometrie che arredano l’ambiente,applicandovi stile e ricercatezza.
Forme che hanno attraversato la storia, cariche di aspetti magici e richiami arcaici, la matematica, la forma di comunicazioni più antica e potente diventa solida attraverso la geometria, tutto questo mi ha ispirato e sono nate I SOLIDI PLATONICI TETRAEDRO E QBO
Lo stile così asettico e regolare ben si adatta ad ogni tipologia di ambiente, sia esso classico, retrò, contemporaneo, oltre che ad ogni uso, possono essere utilizzate per una cucina come per uno studio.
Giano è volontà, è scelta, è design da indossare e da arredo.
Giano è un piccolo laboratorio artistico, dove l’arte della manualità è dedita alla creazione di nuove forme e nuovi modi di concepire il gusto. Non aver timore di scegliere chi essere, accogli Giano.
INFO e LOCATION
Location
: Via Conte Luigi Tarino, 7/F
10125 TORINO
Info
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Orari
Mercoledì – Domenica:
: 10.30 – 20.30
: Lunedì e Martedì